SALA DEL TELAIO

La Sala del Telaio si trova al primo piano del Museo. Si accede utilizzando una scala interna che parte dalla Sala dell'Accoglienza oppure dall'ingresso posteriore dell'edificio che è a servizio di eventuali visitatori portatori di handicap. Essa è la prima di tre ambienti tra loro collegati e che formano un unicum spaziale .Nella sala sono collocati due ampi e capienti armadi espositori (box). È stata battezzata «del Telaio», in quanto dell'oggettistica presente esso rappresenta il «pezzo» più significativo e nobile.

 
 

FINESTRA DEL PASTORE Vuole essere un'apertura verso il mondo della pastorizia con una presenza simbolica di alcuni oggetti tipici.

LA PINACOTECA Si sviluppa utilizzando vari spazi del Museo Etnico Arbëresh. Essa è caratterizzata fondamentalmente da tre ambiti:

  • Aspetti del Mondo Rurale
  • Suggestioni di un Paese, Civita
  • Colori d'Arberia

Il percorso inizia sulla parete della scala d'accesso e prosegue per l'intero salone.

 
 
 


IMMAGINI DEL SENTIRE RELIGIOSO

Si è voluto presentare alcuni riferimenti iconografici riguardanti aspetti del rito bizantino-greco presenti ancora nella nostra comunità. Gli Arbëreshë infatti sono cattolici, ma hanno mantenuto nell'esercizio della Fede i segni della Chiesa d'Oriente. Civita è una delle ventinove Parrocchie che oggi costituiscono l'Eparchia di Lungro, istituita con Bolla Pontificia il 12 febbraio 1919.

la chiesa madre di Civita

 

 
 

DOCUMENTI MATERIALI :

I MATTONI DEL PONTE raccolti i giorni successivi al crollo dopo innumerevoli anni di resistenza alle forze immani della natura e dopo un tempo immemore di servizio all'uomo.

TEGOLA STORICA ricevuta dalla ristrutturazione del tetto di “casa Mortati” testimonia la data di costruzione di un edificio vicino alla piazza centrale, porta inoltre l'incisione della firma dell'artigiano.

 

   
 

UNA TESTIMONIANZA DEL LAVORO DELLA DONNA Di quando per sbiancare i panni si utilizzava acqua bollente e cenere oppure il sapone prodotto in casa con il riciclo degli oli e dei grassi di risulta della cucina.

DALLA VIGNA ALLA CANTINA Anche l'uomo arbëresh si dedicava alla produzione del vino. Dal loro arrivo gli Albanesi del Pollino hanno prodotto uno dei migliori vini calabresi, opportunamente riconosciuto col DOC. Alcuni oggetti presenti in questa Sala vogliono testimoniare il sacrificio e la passione dei nostri contadini.

 
 

 

PRIMO ARMADIO ESPOSITORE (BOX UNO)
Il primo arredo presente in Sala contiene nella sua parte alta una serie di pannelli mobili per foto. Il motivo conduttore del percorso tematico è " Civita ", presentata nelle sue caratteristiche principali: la tradizione arbëreshe della Vallja, l'arte dei Comignoli, la simbiosi con la Pietra , l'emergenza naturalistica delle Gole del Raganello.
Il box uno nella sua parte inferiore è fornito di tiretti che sono stati utilizzati per l'esposizione.

LA MIETITURA
Sole e sudore: dall'alba al tramonto, senza contare il tempo, piegati su se stessi i mietitori ponevano fine al ciclo del chicco di grano affidato alla terra alcuni mesi prima. L'appuntamento successivo per la spiga tagliata era l'aia.

SECONDO ARMADIO ESPOSITORE (BOX DUE)
La parte superiore del secondo arredo, fornita di pannelli espositori per foto, è stata attrezzata per un percorso ideale attraverso le varie aree dell'Arberia. Ciascun pannello contiene almeno una immagine delle diverse comunità arbëreshe. Anche il box numero due nella parte inferiore è fornito di tiretti che sono stati utilizzati per l'esposizione.

 

 
 

LA FALEGNAMERIA
Rilevante è stata l'arte del legno a Civita come in tutta l'area del Pollino. Molti erano gli artigiani che operavano. All'inizio del secolo era attiva in paese una piccola industria del mobile. L'oggettistica presente vuole essere un segno simbolico e tangibile di questa attività artigianale che oggi è venuta del tutto meno.

 
 

L'ARTE DEL FERRO
Fino agli anni settanta del secolo scorso Civita annoverava diverse botteghe per la lavorazione del ferro. Le forge producevano ogni sorta di oggetto e di arredo: dai ferri per gli asini agli attrezzi contadini alle ringhiere tipiche dei balconi. A testimoniare questa attività artigianale anch'essa scomparsa abbiamo privilegiato un prodotto più elaborato e pieno di allegoria.

IL LABORATORIO DOMESTICO DELLA TESSITURA

La donna arbëreshe oltre al ruolo complesso di donna di casa, oltre all'impegno frequente del lavoro dei campi, ha assolto anche ad una funzione creativa e produttiva. Dalle sue mani e dal telaio sono stati prodotti autentici capolavori. Nei decenni passati era scontato, durante le ore calde e morte della giornata oppure durante le ore fresche della sera e della notte, udire il ritmare cadenzato del telaio. All'interno di molte case era attivo il laboratorio domestico della tessitura: esso rispondeva alle esigenze sia della propria famiglia che di una eventuale domanda esterna.

 
 

 

 
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