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il costume femminile di gala a Civita
veshurat të shkilqiara të gruës çivitjote |
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Il costume femminile di gala della donna civitese sicuramente rappresenta il biglietto da visita più raffinato dell'etnia arbëreshe. I suoi colori splendidi sono legati a quelli essenziali e fondamentali, utilizzati dalla iconografia bizantina. Il bleu o l'azzurro, il rosso o il viola, il giallo dell'oro, il bianco candido si prestano al trionfo della bellezza muliebre elegante e superba di donne, celebrate da chiunque possa averle conosciute ed ammirate.
Il costume femminile, confezionato da mani esperte e in ogni tempo amato da tutti i membri della comunità, ricco e splendido, comunica uno spirito regale e un'aura favolosa. La donna di Civita e la donna arbëreshe in genere, vestita con abiti unici ed originali, ha costruito, partendo dalla famosa gonna in panno rosso, il mito di una grazia e di una eleganza che era stata prerogativa delle ninfe antiche o delle dee dell'Olimpo. |
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Anche il vestito di gala della donna arbëreshe è un esempio concreto dell'incontro e della simbiosi tra due civiltà : quella d'occidente e quella d'oriente, che spesso hanno fuso quanto di meglio loro possedessero.
Le parti del costume femminile arbëreshe sono :
Linja : camicia in tessuto di cotone ( pilhurë) bianco, con un ampio decoltè, arricchito di volans plissettati, in tulle riccamente ricamato. E' fornita di maniche lunghe fino ai polsi; scende fino sotto le ginocchia. |
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Murrlleta : vaporoso merletto cucito intorno al collo del camicione, della linja . Può essere in tulle ricamato con motivi floreali o può essere lavorato all'uncinetto. Esso risulta rigido perchè inamidato.
Skola : Una striscia di raso bianco ricamata con filo d'oro, che attornia il collo e scende fino alla vita; i motivi decorativi sono fiorellini. Essa ha la funzione di adornare, ma anche di limitare la profondità della scollatura della linja . La “cravatta” viene fermata da una vistoso gioiello d'oro a spilla, parte del ricco corredo di altri preziosi che integrano il costume. |
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Xhipuni : corpetto corto e aderente che è in llambadhor di seta, cioè di un tessuto caratterizzato dall'inserimento nella trama di fitti e sottili fili d'oro. Si mostra di colore azzurro con le maniche, ricamate in oro e gallonate ai polsi; tre strisce di gallone più stretto decorano il corpetto sulla schiena.
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Kamizolla : gonna in raso di seta ( kukule) lunga fino alle caviglie, a fitte pieghe stirate nella parte posteriore, di colore rosso-melograno, ma anche in altre gradazioni. Il bordo inferiore è adornato da uperbi galloni intessuti da fili d'oro e di cotone che si intrecciano. L'intera gonna, retta da bretelline, può essere ricamata in oro.
Coha : seconda gonna di colore bleu, pure questa in raso di seta. Indossata sulla prima, ad essa si mostra uguale nella sua struttura e nell'impianto del cucito. Si porta alzata sul davanti, bloccata sui fianchi. E' ricamata in oro sempre con fiori oppure di rado con stelline, presenta la parte inferiore orlata da splendidi galloni. E' segno della donna sposata; infatti veniva indossata la prima volta il giorno del matrimonio. |
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Sutanijeli : è una sottogonna in lino o in cotone, a volte tessuta nella trama tipica delle coperte a quadri. Non è sempre utilizzata.
Sqepi : velo ricamato con filo d'oro e d'argento; in altri casi una rete intrecciata totalmente da soli fili d'oro.
Mësalla : farsetto in lana leggera, rosso, riccamente abbellito da trine d'oro che serve per coprire le spalle e le braccia.
Fasllituni : manto in tessuto di lana pesante che copre le spalle; è lungo cinque palmi, largo due e mezzo di colore rosso, azzurro o nero.
Keza : diadema posto sul capo delle donne a reggere e ad adornare i capelli. E' un oggetto in seta a forma di conchiglia trapuntato in oro o in argento. E' distintivo della donna sposata. |
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